lunedì 24 marzo 2014

Piccola candela

Oh, il mio spirito debole si spegne come una piccola candela al minimo soffio di vento, mentre lo spirito dei santi brucia come il roveto inconsumabile e non teme nessun vento. Chi mi darà un tale ardore che io non conosca riposo, né di giorno, né di notte, per l’amore di Dio? L’amore di Dio è bruciante; per esso i santi sopportarono tutte le afflizioni e ricevettero capacità prodigiose. Guarivano i malati, risuscitavano i morti, camminavano sull’acqua, si alzavano in aria durante la preghiera, facevano scendere, con la preghiera, la pioggia dal cielo; io vorrei imparare solo l’umiltà e l’amore di Cristo, così che io non offenda nessuno ma preghi per tutti come per me stesso. [Silvano del Monte Athos, Ho sete di Dio, Gribaudi 2007]

sabato 15 marzo 2014

Cuore

«Signore, è bello per noi essere qui!» (Mt 17,4).

È così bello che vorresti non finisse mai; è così bello che, se fosse possibile, non scenderesti più da quel monte. Eppure questo desiderio di restare lì con Gesù lo manifesti poco, o forse non lo manifesti affatto. Forse non sai nemmeno che è un tuo grande desiderio, il tuo più grande desiderio!

Vivi un momento di felicità e vuoi che sia per sempre; ti trovi bene in un luogo e desideri rimanerci per un lungo tempo; ti senti amato e speri che quell’amore ti accompagni per l’eternità,…

Sai ascoltare un neonato e riesci a distinguere se vuole mangiare, dormire, essere preso in braccio,…
Sai capire i desideri di un ammalato, di un anziano, di un poverello e provvedi a dargli ciò di cui hanno bisogno.
Sai intuire lo stato d’animo del tuo amico o della tua amica, molto prima che ti dica: «sto bene, sono triste, sono felice,…».
Sai dedicare attenzione alla realtà che ti circonda e ti prendi cura di persone, piante, animali, cose, spazi,…

Ma dedichi poco tempo ad ascoltare il tuo cuore.

Cosa desidera il tuo cuore? Di cosa ha bisogno? Di cosa si nutre? Gli bastano emozioni, canzoni, immagini, parole, musiche, rumori, …?
Oppure resta sempre un vuoto che più ti affanni a colmare e più si fa profondo?

Che cosa desidera il tuo cuore?
Non perdi tempo, se ti fermi su questa domanda.

Una volta, magari da piccolo, hai sentito parlare di Gesù. Te ne ha parlato qualcuno che per seguirLo ha messo in gioco la sua vita. E te ne ha parlato bene, dicendoti in modo appassionato e commosso che nel seguire Gesù aveva trovato la gioia, che quel Gesù davvero non gli aveva tolto niente, ma anzi gli aveva donato tutto!

Cosa stai aspettando ancora?
Perché non ti incammini sulla Sua strada e finalmente prendi sul serio il Vangelo?
Perché non accompagni anche tu Gesù sul monte per ricevere in dono quella trasfigurazione che rivelò a Pietro e compagni il profondo desiderio del loro cuore?
Perché non provi a far entrare Gesù nella tua vita, nei tuoi problemi, nelle tue feste, nelle tue giornate tristi, nelle gioie e nelle preoccupazioni quotidiane?

Vedrai che è bello per te essere lì con Lui, che è bello per te amare come Lui, che è bello per te offrirti ai fratelli come Lui! [dGL]

Consigli di vita sociale

Figlio, non ti impigliare due volte nel peccato, perché neppure di uno resterai impunito. Non essere incostante nella tua preghiera e non trascurare di fare elemosina. Non deridere un uomo dall’animo amareggiato, perché c’è chi umilia e innalza. Non seminare menzogne contro tuo fratello e non fare qualcosa di simile all’amico. Non ricorrere mai alla menzogna: è un’abitudine che non porta alcun bene. (Siracide 7, 8.10-14 – Lettura breve alle Lodi mattutine)

giovedì 13 marzo 2014

Il bove

T’amo, o pio bove; e mite un sentimento
di vigore e di pace al cor m’infondi,
o che solenne come un monumento
tu guardi i campi liberi e fecondi,

o che al giogo inchinandoti contento
l’agil opra de l’uom grave secondi:
ei t’esorta e ti punge, e tu co ’l lento
giro de’ pazïenti occhi rispondi.

Da la larga narice umida e nera
fuma il tuo spirto, e come un inno lieto
il mugghio nel sereno aer si perde;

e del grave occhio glauco entro l’austera
dolcezza si rispecchia ampïo e quïeto
il divino del pian silenzio verde.

[G. Carducci, Rime nuove, Il bove]

lunedì 10 marzo 2014

Il quadro

«Domani mi presenterai il quadro della situazione.», ordinò il Re al suo consigliere.

L’uomo tornò a casa, entrò nel suo studio e preparò il cavalletto e una grande tela bianca. Poi prese dal cassetto una tavolozza, un paio di pennelli e la scatola dei colori. Versò dell’acqua in un bicchiere e diede uno sguardo ai colori. Si accorse che erano tutti colori scuri.

«Come farò ora a dipingere il quadro per il Re?», si chiese con un po’ di preoccupazione. Avrebbe potuto ordinare i colori mancanti, ma non sarebbero arrivati prima di una settimana e il Re aveva chiesto il quadro per il giorno dopo. 

Il consigliere sapeva che era molto rischioso farlo aspettare.

Prese a camminare pensieroso su e giù per la stanza. Avrebbe potuto dipingere il quadro usando quei pochi colori scuri, ma il Re si sarebbe fatto un’idea cupa della situazione e si sarebbe immaginato una realtà totalmente negativa. Avrebbe potuto diluire i colori usando l’acqua, ma il risultato sarebbe stato un quadro dai toni sbiaditi e sarebbe stato difficile per il Re farsi un’idea definita della situazione.

Immerso in questi pensieri, il consigliere si sedette in mezzo alla stanza e si mise a fissare la tela bianca.

Trascorse una parte della notte cercando una soluzione.
Finalmente si addormentò.

La mattina dopo, entrò nello studio e, guardando un’ultima volta la tela rimasta bianca, decise che avrebbe presentato al Re la tela così com’era, chiedendogli di avere pazienza e spiegandogli che aveva ritenuto più giusto aspettare di avere tutti i colori, piuttosto che dipingere un quadro non rispettoso della verità. [dGL]

sabato 8 marzo 2014

Una mail da sogno

Stanotte ho sognato che stavo cercando un documento che ero sicuro di aver stampato e messo da qualche parte in casa. Non riuscendo a trovarlo, mi sono messo a cercarlo nella posta elettronica. A un certo punto ho ricevuto un nuovo messaggio. L’ho aperto e ho trovato questa mail:

Caro don,
sono il documento che stai cercando.

Mi scuso per non essermi ancora fatto trovare.
Credimi, avrei voluto tanto incontrarti, ma il medico mi ha detto di non uscire di casa e quindi non so quando potremo vederci.
Devo aver preso freddo l’altro giorno.
Forse è stato uno sbalzo di temperatura, o forse è stata l'escursione termica.
Devi sapere che nel computer durante l'elaborazione è come stare in una incubatrice, poi arrivano l’inchiostro e il caldo intenso della stampa e i primi colpi d'aria appena usciti dalla stampante, il calore delle mani e del respiro di chi ci ha composto e ci sta rileggendo,...
Non è mica facile per noi documenti venire alla luce!
Nei giorni scorsi, come sai, c'è stato un bel sole primaverile e, uscendo, non ho voluto servirmi di quelle foderine trasparenti o di una più comoda cartellina colorata (in realtà erano finite quelle con la finestrella trasparente e, siccome tengo molto alla mia immagine, ho preferito andare in giro scoperto). 
Così mi è preso un forte raffreddore che mi tiene a letto da qualche giorno.

Spero che tu comprenda le mie ragioni e voglia avere pazienza con questo povero documento appena adolescente.

Ti ringrazio per l'attenzione e ti saluto cordialmente!

Il documento che stai cercando

Ps: Appena guarisco, passo a trovarti!

«Anche i documenti si raffreddano», ho pensato sorridendo al mio risveglio! [dGL]

lunedì 3 marzo 2014

Il falco e la colomba

Il falco incontrando la colomba, se ne va incredulo, disarmato da tanta semplicità!

Nei giorni successivi il falco comincia a dubitare della semplicità della colomba e desidera rivederla.

Pura e semplice gli appare la colomba e ancora una volta il falco ritrae gli artigli ed è come in pace.

Se ne va il falco custodendo come un tesoro il ricordo della semplicità conosciuta nella colomba. [dGL]

Opinioni

Nei giorni scorsi durante una festa di paese si sono verificati gravi episodi di violenza. Leggo gli articoli sui giornali locali e mi sembra che tutti, favorevoli e contrari a tali manifestazioni, abbiano i loro motivi per sostenere con convinzione le loro opinioni.

Guardando dall’esterno queste feste popolari, sempre più occasione di eccessi e sbronze memorabili, credo sia necessario riflettere sull’uomo contemporaneo, più che sull’antichità che rende immodificabili e intoccabili le tradizioni.

Eventi che in passato interessavano soltanto i cittadini del paese, oggi richiamano gente da ogni parte del territorio e ciò che un tempo era difficile a causa delle distanze, ora diviene possibile grazie ai mezzi di trasporto e ai provvidenziali bus-navetta. Così può accadere che manifestazioni rivolte a un pubblico che conosce bene la storia e le tradizioni del paese e sta ben attento a non rovinarne l’immagine, diventino famose per le bravate compiute da visitatori occasionali.

Fatto salvo il mantenimento delle tradizioni, sarebbe importante fermarsi a considerare la loro attualizzazione. Le feste popolari in passato erano momenti di fede, socializzazione, conoscenza, relazione, arricchimento culturale, commercio, gioco, divertimento,… Cosa resta di tutto questo nelle nostre feste?

Se abbiamo a cuore il bene dell’uomo, del giovane, del ragazzo, ci impegneremo a educarlo a una vita bella, alla gioia, al sacrificio, al dialogo, al rispetto dell’altro, alla festa, al lavoro,… Se, invece, abbiamo a cuore soltanto i numeri, la pubblicità, il successo dell’evento, presteremo davvero poca attenzione al pericolo che queste tradizioni popolari col passare del tempo si riducano a un’occasione per impazzire, a un luogo in cui tutto è permesso, a un tempo in cui è lecito anche non essere più uomini, a un momento favorevole per sentirsi parte di una massa e dare sfogo agli istinti.

Ci piace dire che non vogliamo essere considerati numeri, ma persone. Eppure non sembra procurarci dispiacere l’essere considerati in generale dei consumatori da soddisfare con pane e giochi perché non si accorgano di quanto stanno perdendo.

In gioco c’è la vita, in gioco c’è l’amore; e sono tesori che per quante ricchezze possediamo, non potremo mai comprare! [dGL]