lunedì 28 ottobre 2013

Miracolo al tempio (ripensando a Lc 18,9-14)

Finita la sua preghiera, il fariseo s’incamminò verso l’uscita.
Passando accanto al pubblicano, si fermò a guardarlo mentre pregava.

E finalmente lo vide.

Non lo aveva visto prima, mentre insieme salivano al tempio, né lo aveva visto durante la preghiera. «Che cosa c’è tra me e questo pubblicano?», aveva pensato varcando la soglia del tempio.

Ora lo vide: era un uomo come lui, uno che cercava Dio.
Indubbiamente, lo cercava per vie e con modi diversi dai suoi, ma con il suo stesso desiderio di vedere, di incontrare quel volto.

In quel momento accadde il miracolo; il fariseo si avvicinò al pubblicano e pronunciò parole inaspettate ma sicuramente ispirate da Dio: «Fratello mio, insegnami a pregare». [dGL]

lunedì 21 ottobre 2013

Andar per mare...

Avere a disposizione una nave non serve, se manca il coraggio di prendere il largo! [dGL]

martedì 1 ottobre 2013

Zizzania

Non so per quale strano motivo mi si formò in mente questo versetto un po’ del Vangelo e un po’ della mia fantasia: «Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita» (Lc 12, 20) e tutta la zizzania che hai seminato, che fine farà?

Sarà che la morte ci coglie di sorpresa, sarà che tutti rischiamo di essere seminatori di zizzania più che costruttori di unità, lo strano versetto si insediò con prepotenza nella mia testa e non mi lasciò in pace finché non mi presi cura di lui, scrivendo questa breve considerazione!

Seminiamo zizzania inconsapevolmente, senza renderci conto delle conseguenze di parole, giudizi, azioni,… Seminiamo zizzania in buona fede, pensando che sia l’unico modo per far trionfare quello che a noi sembra il bene o la verità,… Seminiamo zizzania in modo sistematico e chirurgico per fare in modo che non si arrivi mai all’unità,… Seminiamo zizzania per invidia del prossimo, del fratello, dell’amico, del conoscente,… Lo prendiamo come un impegno o come una professione e quindi studiamo con attenzione cosa sia meglio fare o dire per raggiungere l’obiettivo della divisione, della distruzione di tutto ciò che sfugge al nostro controllo. E così ci sforziamo, corriamo, spendiamo tante energie, forse addirittura tutta la vita, per distruggere ciò che altri con tenacia e pazienza cercano di costruire.

Ed è qui che ci sorprende la prima parte del versetto, quella evangelica: «Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita» (Lc 12, 20). Forse ci siamo dimenticati che di ogni nostra azione dovremo render conto a chi ci ha affidato il tesoro, a chi ci ha fatto dono della libertà. Anche al seminatore di zizzania verrà richiesta la vita…

… e tutta la zizzania che hai seminato, che fine farà?

Ho trovato la risposta nella parabola raccontata da Gesù nel Vangelo di Matteo (Mt 13, 24-30). La zizzania, purtroppo, è stata seminata da un nemico nello stesso campo in cui il padrone aveva seminato il buon seme e quindi crescerà in mezzo al grano, ma arriverà il momento della mietitura e, allora, con cura i mietitori la separeranno dal grano, la legheranno in fasci e la bruceranno.

La zizzania disorienta, fa arrabbiare, fa soffrire ma non può impedire che il grano cresca, perché l’opera buona è custodita dal Signore.

La zizzania non prevarrà sul grano! [dGL]