Dalle
«Omelie» di san Giovanni Crisostomo, vescovo
(Prima dell'esilio, nn. 1-3; PG 52, 427*-430)
Per me il
vivere è Cristo e il morire un guadagno.
Molti marosi
e minacciose tempeste ci sovrastano, ma non abbiamo paura di essere sommersi,
perché siamo fondati sulla roccia. Infuri pure il mare, non potrà sgretolare la
roccia. S'innalzino pure le onde, non potranno affondare la navicella di Gesù.
Cosa, dunque, dovremmo temere? La morte? «Per me il vivere è Cristo e il morire
un guadagno» (Fil 1,21).
Allora
l'esilio? «Del Signore è la terra e quanto contiene» (Sal 23,1). La confisca de
beni? «Non abbiamo portato nulla in questo mondo e nulla possiamo portarne via»
(1Tm 6,7). Disprezzo le potenze di questo mondo e i suoi beni mi fanno ridere.
Non temo la povertà, non bramo ricchezze non temo la morte, né desidero vivere,
se non per il vostro bene. È per questo motivo che ricordo le vicende attuali e
vi prego di non perdere la fiducia.
Non senti il
Signore che dice: «Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a
loro»? (Mt 18,20). E non sarà presente là dove si trova un popolo così
numeroso, unito dai vincoli della carità? Mi appoggio forse sulle mie forze?
No, perché ho il suo pegno, ho con me la sua parola: questa è il mio bastone,
la mia sicurezza, il mio porto tranquillo. Anche se tutto il mondo è sconvolto,
ho tra le mani la sua Scrittura, leggo la sua parola. Essa è la mia sicurezza e
la mia difesa. Egli dice: «lo sono con voi tutti i giorni fino alla fine del
mondo» (Mt 28,20).
Cristo è con
me, di chi avrò paura? Anche se si alzano contro di me i cavalloni di tutti i
mari o il furore dei principi, tutto questo per me vale di meno di semplici
ragnatele. Se la vostra carità non mi avesse trattenuto, non avrei indugiato un
istante a partire per altra destinazione oggi stesso. Ripeto sempre: «Signore,
sia fatta la tua volontà» (Mt 26,42). Farò quello che vuoi tu, non quello che
vuole il tale o il tal altro. Questa è la mia torre, questa la pietra
inamovibile, il bastone del mio sicuro appoggio. Se Dio vuole questo, bene! Se
vuole ch'io rimanga, lo ringrazio. Dovunque mi vorrà, gli rendo grazie.
Dove sono io,
là ci siete anche voi. Dove siete voi, ci sono anch'io. Noi siamo un solo corpo
e non si separa il capo dal corpo, né il corpo dal capo. Anche se siamo
distanti, siamo uniti dalla carità; anzi neppure la morte ci può separare. Il
corpo morrà, l'anima tuttavia vivrà e si ricorderà del popolo. Voi siete i miei
concittadini, i miei genitori, i miei fratelli, i miei figli, le mie membra, il
mio corpo, la mia luce, più amabile della luce del giorno. Il raggio solare può
recarmi qualcosa di più giocondo della vostra carità? Il raggio mi è utile nella
vita presente, ma la vostra carità mi intreccia la corona per la vita futura.