martedì 30 ottobre 2012

Autunno

In una fredda mattina,
seguir con gli occhi 
l'azzurro luccicare del mare. [dGL]

mercoledì 24 ottobre 2012

Per non sentirsi soli

Dal balcone di casa un uomo guardava la gente che camminava lungo il corso.

Non poté far a meno di notare una noiosa somiglianza: vestiti, scarpe, acconciature, creste, borse, cellulari, cappelli,… erano tutti simili, dello stesso tipo. Le persone apparivano ai suoi occhi come tanti fratelli vestiti dalla stessa madre.

Naturalmente, cambiavano i colori e gli abbinamenti, ma lo stile era sempre lo stesso e facilmente riconoscibile. Anche dai loro gesti e dai modi di fare traspariva il riferimento a un unico modello comune.

L’uomo sentenziò risentito: «Conformisti!».

Poi, però, si concesse il beneficio del dubbio e decise di scendere in strada per osservare meglio chi gli stava intorno. Cominciò a fissare lo sguardo sui volti di quelle persone e si meravigliò accorgendosi che le somiglianze mascheravano molte differenze.

Si sedette al tavolo di un bar e si concentrò sui vicini: erano due amici che si raccontavano le loro ultime esperienze e condividevano ricordi, sogni, desideri, attese, preoccupazioni,… Nel parlare si riconoscevano compagni nel viaggio della vita.

Fu allora che l’uomo comprese che l’omologazione esteriore poteva anche essere una strategia per vincere la paura di restare soli, di non essere riconosciuti, accolti, amati.

Tornò in casa e si affacciò di nuovo sul corso.

La gente era la stessa di prima.

I suoi occhi, però, non erano gli stessi e ora la guardavano con comprensione e simpatia. [dGL]

giovedì 18 ottobre 2012

Bellezza

Sento che ancora oggi la domanda su questa bellezza ci stimola fortemente: «Quale bellezza salverà il mondo?». Non basta deplorare e denunciare le brutture del nostro mondo. Non basta neppure, per la nostra epoca disincantata, parlare di giustizia, di doveri, di bene comune, di programmi pastorali, di esigenze evangeliche. Bisogna parlarne con un cuore carico di amore compassionevole, facendo esperienza di quella carità che dona con gioia e suscita entusiasmo; bisogna irradiare la bellezza di ciò che è vero e giusto nella vita, perché solo questa bellezza rapisce veramente i cuori e li rivolge a Dio. Occorre insomma far comprendere ciò che Pietro aveva capito di fronte a Gesù trasfigurato («Signore, è bello per noi stare qui!»: Mt 17, 4) e che Paolo, citando Isaia (52, 7), sentiva di fronte al compito di annunciare il vangelo («Quanto sono belli i piedi di coloro che recano un lieto annunzio di bene!»: Rom 10, 15). [C. M. Martini, Quale bellezza salverà il mondo?, lettera pastorale 1999-2000]

mercoledì 10 ottobre 2012

Se un giorno di primavera tre amici… (3)

Mentre i tre amici erano intenti a definire gli ultimi dettagli dell’evento, arrivarono Tommaso e Agostino ad annunciare con un sorriso le due formazioni: dopo aver selezionato i giocatori, i due CT avevano cercato di comporre le squadre in modo da creare le condizioni per una sfida equilibrata e spettacolare.

Si scelse di disputare la gara la Domenica successiva e fu subito diramato un comunicato stampa.

Il giorno della partita alla John Wood Arena si registrò il tutto esaurito: lo stadio era gremito da una folla festante e i giocatori al loro ingresso in campo furono accolti dalle coreografie preparate dai tifosi sugli spalti. Sembrava una finale di Coppa.

Tommaso e Agostino si accomodarono sulle rispettive panchine e mentre le squadre si schieravano a metà campo, Cecilia avviò l’esecuzione degli inni. Poi i due capitani si avvicinarono all’arbitro e finalmente arrivò il calcio d’inizio.

I primi minuti trascorsero tranquillamente: le squadre erano in fase di studio. Gli azzurri di Tommaso, guidati dall’esperto regista Ignazio, cercavano di controllare il gioco attraverso il possesso palla. Ma gli uomini di Agostino avevano iniziato con determinazione la partita e con un pressing asfissiante impedivano ai giocatori avversari di dare profondità alla loro manovra.

Domenico, trequartista amaranto, recuperata palla all’altezza del centrocampo, lanciò Gabriele sulla fascia sinistra. L’ala si liberò agilmente del suo marcatore e crossò al centro. Fu questione di un attimo: Francesco si coordinò e in rovesciata indirizzò la sfera verso la porta. I tifosi si alzarono in piedi col fiato sospeso: tra il pallone e la rete c’era soltanto Andrea. Il tiro sembrava imparabile ma il giovane portiere con un colpo di reni tolse le ragnatele dall’angolino alto della porta e deviò in angolo. Il pubblico salutò con un applauso la prodezza dei due giocatori. Agostino guardò soddisfatto la panchina avversaria dove un Tommaso molto sportivo ricambiò con un sorriso di approvazione. In fondo l’importante era il bel gioco!

Qualche minuto dopo, sul fronte opposto, Michele con stacco imperioso anticipò Bartolomeo e servì in area un assist perfetto per Raffaele, proveniente di gran carriera dalle retrovie. Il mediano azzurro si aggiustò la palla sul piede destro e tirò con potenza, tentando di sorprendere il portiere. Ma l’estremo difensore non si fece cogliere impreparato e bloccò con sicurezza.

(continua…)

Appunti per incontro sull’icona biblica dell’anno

Testi di riferimento:

G. Rossé, Il Vangelo di Luca, commento esegetico e teologico, Città nuova, 2001.
S. Fausti, Una comunità legge il Vangelo di Luca, EDB, 2004.


Lc 9, 10-17: la moltiplicazione dei pani

-       Domanda da tenere sullo sfondo: Chi è Gesù?
a)    È la domanda di Erode in Lc 9, 7-9;
b)    È la domanda di Gesù ai discepoli in Lc 9, 18-21.
Questi due brani fanno da cornice al brano della moltiplicazione dei pani:

Per comprendere bene il racconto della moltiplicazione dei pani occorre fare riferimento a due episodi dell’AT:
Ø  Esodo 16, 12: «Al tramonto mangerete carne e alla mattina vi sazierete di pane; saprete che io sono il Signore, vostro Dio».
Esodo 16, 15: «è il pane che il Signore vi ha dato in cibo».
Quello della manna nel deserto è un evento sempre ricordato nel culto per lodare e ringraziare il Signore. Per i tempi messianici si aspettava uno che, come Mosè, avrebbe compiuto di nuovo il miracolo della manna. Gesù moltiplicando i pani risponde all’ATTESA MESSIANICA.

Ø  2Re 4, 42-44: Eliseo moltiplica 20 pani d’orzo per sfamare 100 persone
Eliseo ordina al suo servitore: «Dallo da mangiare alla gente».
Il servitore gli risponde: «Come posso mettere questo davanti a cento persone?».

Ci viene in mente subito Gv 6, 9: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?».

Eliseo replicò: «Dallo da mangiare alla gente. Poiché così dice il Signore: “Ne mangeranno e ne faranno avanzare”».
E il v. 44 ci racconta il compimento della parola di Dio: «Lo pose davanti a quelli, che ne mangiarono e ne fecero avanzare, secondo la parola del Signore».

Dopo questa premessa, prendiamo in considerazione Lc 9, 10-17

Ø  v. 10: Gli apostoli tornano da Gesù
«Raccontarono a Gesù tutto quello che avevano fatto».
«Li prese con sé e si ritirò in disparte».
La missione degli apostoli ha sempre come punto di partenza e come punto di arrivo Gesù.
Si incrociano qui (vv. 10-11) due compiti sempre attuali nella Chiesa: il desiderio di ritirarsi con i discepoli e la necessità di accogliere le folle. Occorre riuscire a conciliare queste due realtà, come ha fatto Gesù, e preparare tutti a ricevere l’Eucaristia.

Ø  v. 11: Assistiamo a uno sconvolgimento dei programmi – «Le folle vennero a saperlo e lo seguirono».
Gesù ACCOGLIE le folle, PARLA del Regno di Dio, GUARISCE quanti avevano bisogno di cure. [Lc 5, 31: il medico serve a chi ha bisogno di cure]
Gesù sta accogliendo i peccatori, invitandoli e preparandoli al pasto che tra poco offrirà nella moltiplicazione del pane e del pesce. La realtà EUCARISTICA è presente nel pensiero di Luca. Gesù è il Salvatore che aiuta, che in ogni tempo – soprattutto nel pasto eucaristico – è presente ai suoi, perdonando e nutrendo.

Ø  v. 12: Buio e solitudine avvolgono la folla.
La prima proposta dei DODICI: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo…».
Ma come trovare alloggio per 5000 persone? Solo Gesù può risolvere una tale situazione.

Pensiamo alle emergenze, alle richieste improvvise e inaspettate, alle situazioni di crisi,…
Rischiamo di fissare lo sguardo e tutte le nostre attenzioni sul problema del momento e perdiamo di vista tutto il resto, anche chi può realmente prendere in mano la situazione: Gesù.

Ø  Vediamo come risponde Gesù…
v. 13: «Voi stessi date loro da mangiare».
Attenzione: non si tratta di mancanza di realismo da parte di Gesù (ricordate 2Re 4, 42: il versetto 13 si illumina a partire dal miracolo del profeta Eliseo).
La risposta di Gesù costringe i discepoli a guardare ciò che hanno, a prendere in considerazione anche quel minimo che hanno. Le Sue parole aprono possibilità nuove…
«Se lo dice Lui, allora è possibile farlo!».

Questa risposta di Gesù mi ricorda Lc 5, 4 (La pesca miracolosa): «Voi stessi date loro da mangiare» (Lc 9, 13) mi suona paradossale quanto «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca» (Lc 5, 4) detto a pescatori che hanno faticato tutta la notte e non hanno preso nulla. La risposta di Simone in quel caso: «… sulla tua parola getterò le reti» sarebbe appropriata anche qui: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci» (Lc 9, 13), ma sulla Tua Parola…
E VIA con entusiasmo a prendere quei pani per portarli a Gesù!

Ma l’incalzare del problema e le preoccupazioni impediscono di fermarsi a considerare la presenza di Gesù e le soluzioni relativamente facili si affacciano subito alla mente: «Congeda la folla perché vada… per alloggiare e trovare cibo…» (Lc 9, 12).

Ø  v. 13: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente».
Gli apostoli avevano con loro cinque pani e due pesci. Un pane e un pesce in salamoia erano il sandwich dell’epoca e costituivano una normale cena.

Ø  vv. 14-15: Gesù viene incontro alla nostra difficoltà. Di fronte all’impotenza umana, Gesù prende in mano la situazione; egli è presentato in una posizione più conforme a quella del Risorto nell’assemblea cristiana: Gesù non partecipa al pasto ma dà. Grazie a Lui, anche i discepoli entrano in azione, a suo servizio.

Ø  Cinque pani e due pesci o le piccole risorse che il Signore ci ha donato perché le custodiamo e le amministriamo fino al Suo ritorno…

Lc 19, 13: 10 monete d’oro
-       Sono un dono prezioso;
-       I dieci servi ricevono ciascuno una moneta;
-       I frutti sono diversi: 10/5/… ma il padrone al suo ritorno valuta come positivo il fatto di aver impiegato la moneta, di non averla tenuta nel fazzoletto. Nella vita è necessario vincere la paura perché essa ci può bloccare impedendoci di vivere: sotterrare quella moneta è sotterrare il cuore prima ancora di essere morti (Mt 25, 18: l’uomo che riceve un solo talento va a sotterrarlo per paura).

Lc 5, 10: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini».
Queste parole di Gesù danno a Pietro una grande sicurezza. Conserviamole nel cuore; la Bibbia ripete questo incoraggiamento, comprese le sue numerose varianti, 366 volte, una volta al giorno per tutto l’anno, perché possiamo rinnovare continuamente la nostra fiducia in Dio (da una nota della Bibbia edizione Ancora).

Ø  Pani e pesci, talenti, monete d’oro,…
Doni di Dio ricevuti gratuitamente e da donare gratuitamente riconoscendo nell’altro un fratello da amare. L’altro mi chiede di essere riconosciuto, accolto, compreso nei suoi bisogni, ascoltato, amato.
Gesù ci rende suoi collaboratori:
«Voi stessi date loro da mangiare» (v. 13);
«Li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla» (v. 16).

Ø  v. 16: culmine del racconto.
Gesù fa quello che ogni responsabile di tavola compie prima del pasto: Egli rivolge una preghiera di ringraziamento a Dio, spezza e distribuisce il pane ai commensali.
-       Prassi liturgica della cena eucaristica. Senza dubbio la comunità post-pasquale ha visto nella moltiplicazione dei pani una prefigurazione dell’istituzione eucaristica e della sua celebrazione nella Chiesa.
5 verbi compongono il testo:
a)    Gesù PRENDE (il verbo appartiene alla terminologia eucaristica);
b)    Alzò lo sguardo al cielo: Gesù si mette all’unisono con il Padre prima di compiere il miracolo.
c)    BENEDIZIONE che possiede la forza di realizzare il miracolo della MOLTIPLICAZIONE… e più tardi la conversione eucaristica.
d)    Gesù spezzò i doni (il verbo appartiene alla terminologia eucaristica).
e)    Il verbo DARE. Invito ai discepoli a distribuire i doni: mandati da Cristo per essere a servizio del POPOLO DI DIO.

Ø  v. 17: il racconto finisce non con la reazione di stupore o di meraviglia dei presenti, ma col tema della sazietà e dell’abbondanza.
L’abbondanza promessa e attesa diventa segno dei tempi messianici. Questi ultimi sono arrivati, come sta a significare la finale del racconto della moltiplicazione.
-       DODICI CESTE: dodici indica la totalità e non manca di ricordare la totalità del popolo di Dio significata dalle dodici tribù d’Israele; il Signore ha provveduto per esso.



S. Fausti, inoltre, fa notare…

EMMAUS: allo spezzare del pane i discepoli riconoscono Gesù e tornano a Gerusalemme (Lc 24).
BETSAIDA: la moltiplicazione dei pani consente di riconoscere Gesù come il Cristo (Lc 9, 20) e di iniziare il cammino verso Gerusalemme.

Lc 9, 7-9: Erode non riconosce Gesù.
Lc 9, 10-17: Moltiplicazione dei pani.
Lc 9, 18-22: Pietro riconosce Gesù.

Quasi a dire che solo chi mangia questo pane e ne vive, sa riconoscere il volto del Signore.
Lo spezzare del pane è rivelazione oggettiva del Suo amore per me: lo ricordo, lo porto al mio cuore, al centro di me stesso e mi lascio interpellare da esso cercando di rispondere.