giovedì 31 maggio 2012

Canto

Il Vangelo è gioia,
gioia viva e incontenibile;
abita il cuore, si traduce in canto
e raggiunge ogni creatura rinnovandola!

Il Signore è in mezzo a noi!
Il Signore ci ama!

Confidiamo in Lui e rallegriamoci! [dGL]

(cfr. Sofonia 3, 14-17; Isaia 12, 2-6; Luca 1, 39-56)

mercoledì 30 maggio 2012

La tristezza

Quando siamo tristi, esprimiamo la convinzione che qualcosa non ci dovrebbe essere, che desideriamo che non ci sia. È quindi una specie di odio. Ma il cristiano deve odiare, come unico vero male, il peccato. Se, al contrario, ci assale la tristezza per la vita come tale, per la compagnia degli altri, per il fatto che siamo soli, ecc., allora c’è sempre qualche mancanza di fede nella Provvidenza di Dio e nella sua opera. La tristezza è pericolosa. Paralizza il coraggio di proseguire nel lavoro, nella preghiera, ci rende antipatici i nostri vicini. Gli autori monastici, che dedicano una lunga descrizione a questo vizio, lo chiamano il nemico peggiore della vita spirituale.
Ci sono diversi tipi di tristezza. Uno di essi è vizioso sin dall’inizio: è la tristezza per il bene di cui gode un altro uomo. Tale tipo di tristezza si può definire anche invidia. Secondo san Giovanni Crisostomo, l’invidioso è peggiore dell’avaro. Infatti, se quest’ultimo si accontenta di quanto ha, l’invidioso si affatica affinché gli altri non possiedano niente: «Lui stesso forse non si alza perché è pigro, ma è capace di saltare per far cadere l’altro che sta in piedi». Se è vero che spesso si vivono sottili sentimenti di dispiacere quando un altro ha successo, bisogna stare attenti e impegnarsi con un po’ di buona volontà per non cedere ad essi. [T. Spidlìk, L’arte di purificare il cuore]

martedì 29 maggio 2012

Neonato

Subito dopo aver aperto gli occhi sul mondo, il bimbo vede passare tanta gente, viene accolto per la prima volta dalle braccia amorose della mamma e del papà, sente le voci affettuose e felici di amici e parenti. La stanza risuona di complimenti, auguri, parole,…

Poi c’è un momento in cui ciascuno, attratto dalla grazia e dalla pace del bambino, si commuove e guarda senza più parlare. L’opera di Dio si presenta ai suoi occhi e fa meraviglia: il piccolo, appena nato, non possiede nulla e riceve tutto; per il solo fatto che c’è, che esiste, riceve un abbraccio, una cura, una coperta, una relazione, un nutrimento. In quei primi giorni di estrema povertà, ha tante madri e tanti padri, un’infinità di fratelli e sorelle, tutti pronti a coccolarlo, a farlo star bene, a sorridergli.

Lasciare tutto per seguire Gesù (Mc 10, 28-31) è tornare bambini, recuperare la libertà di chi non ha niente da difendere, di chi, confidando nella Provvidenza, riceve ogni cosa da Dio ed è sereno! [dGL]

sabato 26 maggio 2012

Signore, dammi la sapienza

Dio dei padri e Signore della misericordia,
che tutto hai creato con la tua parola,
e con la tua sapienza hai formato l’uomo
perché dominasse sulle creature che tu hai fatto,
e governasse il mondo con santità e giustizia
ed esercitasse il giudizio con animo retto,
dammi la sapienza, che siede accanto a te in trono,
e non mi escludere dal numero dei tuoi figli,
perché io sono tuo schiavo e figlio della tua schiava,
uomo debole e dalla vita breve,
incapace di comprendere la giustizia e le leggi.
Se qualcuno tra gli uomini fosse perfetto,
privo della sapienza che viene da te,
sarebbe stimato un nulla.

Con te è la sapienza che conosce le tue opere,
che era presente quando creavi il mondo;
lei sa quel che piace ai tuoi occhi
e ciò che è conforme ai tuoi decreti.
Inviala dai cieli santi,
mandala dal tuo trono glorioso,
perché mi assista e mi affianchi nella mia fatica
e io sappia ciò che ti è gradito.
Ella infatti tutto conosce e tutto comprende:
mi guiderà con prudenza nelle mie azioni
e mi proteggerà con la sua gloria. (Sapienza 9, 1-6. 9-11)

venerdì 25 maggio 2012

Guidami Tu!

Guidami, luce amabile,
tra l’oscurità che mi avvolge.
Guidami innanzi,
oscura è la notte,
lontano sono da casa.
Dove mi condurrai?
Non te lo chiedo, o Signore!
So che la tua potenza
mi ha conservato al sicuro
da tanto tempo,
e so che ora mi condurrai ancora,
sia pure attraverso rocce e precipizi,
sia pure attraverso montagne e deserti,
sino a quando sarà finita la notte.
Non è sempre stato così:
non ho sempre pregato perché Tu mi guidassi!
Ho amato scegliere da me il sentiero,
ma ora guidami Tu!
  
[John Henry Newman]

giovedì 24 maggio 2012

Accanto a noi, il Signore

Dov’è il Signore nel momento della prova?
Quando l’essere Suoi testimoni è causa di persecuzioni, quando sembrano spente le luci e, disorientati, non sappiamo dove andare, quando, pur essendo in una fortezza, siamo in pericolo di vita, dov’è il Signore?

La prima lettura di oggi, tratta dagli Atti degli Apostoli (Atti 22, 30; 23, 6-11), ci racconta la visita del Signore a Paolo, chiuso in prigione: «La notte seguente gli venne accanto il Signore e gli disse: “Coraggio!”» (Atti 23, 11).

Dio è lì a confermare il Suo testimone, a indicargli la strada.
La Sua presenza accanto a noi non consiste in una sottrazione alla prova o alla sofferenza ma nel sostegno, nella compagnia, nella compassione, nella consolazione.

Egli cammina con Paolo e con ciascuno di noi verso Roma! [dGL]

mercoledì 23 maggio 2012

Se un giorno di primavera tre amici… (2)

... Agostino e Tommaso si intesero con uno sguardo: i tre calciatori da spiaggia dovevano far parte del gruppo.

Non fu difficile convincerli ad accettare: il paese era estremamente tranquillo, tutto sembrava governato dall’abitudine e i giorni si succedevano sempre uguali. L’idea della partita aveva acceso l’entusiasmo della gente. Tutti desideravano partecipare all’evento.

Durante la prima riunione organizzativa, Siro, Nicola e Paolo decisero i colori delle mute: amaranto per la squadra di Agostino, azzurro per quella di Tommaso. Così, il sarto Omobono aveva cominciato a disegnare e confezionare le divise delle due squadre. Le scarpe da calcio, invece, furono commissionate alla ditta dei fratelli Crispino e Crispiniano, i migliori calzolai della zona.

Qualche giorno dopo, iniziarono gli allenamenti alla John Wood Arena. Pietro aveva preparato con cura il campo e gli spogliatoi perché i ragazzi potessero sentirsi accolti in un ambiente amico. Il buon custode sapeva quanto era importante per ciascuno sentire il calore e l’affetto della gente, la fiducia di chi ti ha chiamato in squadra… Era un uomo contento del suo lavoro e riusciva a trasmettere la sua benevolenza con la semplicità di un sorriso o di una stretta di mano.

Tommaso e Agostino, intanto, coadiuvati dai rispettivi discepoli, continuavano a visionare giocatori. Si unirono al gruppo il mediano Raffaele, famoso per la sua bravura nel recuperare i palloni e ricucire gli squarci causati dalle sortite degli avversari, l’ala sinistra Gabriele, abile nei cross e imprendibile nelle volate sulla fascia, l'attaccante Michele, specializzato nel gioco aereo e i difensori centrali Bartolomeo e Taddeo, una vera e propria garanzia per ogni portiere.

Al Bar Timeo, sede operativa dei tre organizzatori, arrivavano innumerevoli proposte di collaborazione. Siro, Nicola e Paolo ascoltavano tutti e cercavano di mettere ordine nel programma dell’evento. Prima del calcio d’inizio, l’Orchestra Filarmonica avrebbe eseguito gli inni delle due squadre composti da Cecilia, organista e direttrice del coro parrocchiale. Nell’intervallo, inoltre, il pubblico sarebbe stato allietato dalle coreografie del corpo di ballo diretto dal maestro Vito.
(continua…)

Verifica

Le bugie assomigliano alle monete false: coniate da qualche malvivente, sono poi spese da persone oneste, che perpetuano il crimine senza sapere quello che fanno.
Così la bugia, soprattutto se detta da persona autorevole, può correre in tutte le direzioni, senza che la si possa smascherare e lentamente si trasforma in verità per coloro che non si sottopongono alla fatica della verifica e della critica. [Joseph de Maistre]

martedì 22 maggio 2012

lunedì 21 maggio 2012

Se un giorno di primavera tre amici…

Tommaso percorreva pensieroso l’area tecnica dettando al suo discepolo alcune considerazioni tattiche. La partita era iniziata soltanto da qualche minuto e il taccuino del suo collaboratore era già pieno di appunti; la sua squadra, infatti, stava soffrendo molto a centrocampo e bisognava correre ai ripari.
Agostino, invece, sulla panchina avversaria sembrava tranquillo.

Da diversi giorni le due formazioni erano alle prese con gli allenamenti.

Tutto era iniziato una mattina di maggio al Bar Timeo.

Siro stava parlando di calcio con Nicola e Paolo.
Altri clienti, attirati dalla discussione, si erano raccolti intorno a loro e avevano trovato interessante la proposta di Paolo: organizzare una partita coinvolgendo i migliori calciatori del paese.

Ottenuto il parere positivo di Pietro, custode del campo sportivo, i tre si erano messi al lavoro per creare le due formazioni.

Innanzitutto, bisognava individuare gli allenatori.

Dopo lunghe consultazioni, vennero ingaggiati Tommaso e Agostino.
I due, accomunati da una grande passione per la sapienza e per la ricerca, cominciarono le selezioni.

Attirati dalle urla dei tifosi, entrarono in un campetto parrocchiale e Agostino notò subito la grande intesa tra Domenico e Francesco: il primo confezionò un assist perfetto per il suo compagno di squadra che, entrato in area, disinnescò abilmente il sistema di difesa avversario e depositò la palla in rete. Stupito per la velocità dell'azione, Agostino decise che sarebbero stati due ottimi acquisti per la sua squadra.

Da parte sua, Tommaso scoprì un giovane regista di nome Ignazio, giocatore spagnolo molto disciplinato, capace di mettere ordine a centrocampo e di innescare l’azione offensiva con i suoi lanci precisi. A fine partita, i tre furono subito messi sotto contratto.

Spostandosi lungo il mare, l’attenzione dei due CT fu attirata dalla precisione dei tiri di Giacomo e Giovanni. Il portiere Andrea, con agilità felina, doveva saltare da un palo all’altro per impedire che il pallone varcasse la linea di porta.
(continua…)

lunedì 14 maggio 2012

Se vuoi rimanere, seguimi!

«Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi» (Gv 15, 16).
Gesù ci chiama e condivide con noi la Sua vita, ci fa entrare nella Sua casa, si prende cura di noi, si fa nostro servo, ci rivela il Padre.

Il discepolato consente a Giovanni di sintetizzare il Vangelo in un’espressione: «Dio è amore» (1Gv 4, 8). Stare con Gesù, diventare Suoi amici, significa conoscere il Padre e contemplare il Suo amore. Non si resta indifferenti all’amore: ci si innamora o si fa resistenza.

L’amore di Dio ci viene incontro, si presenta a noi in tutta la Sua grandezza: «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici» (Gv 15, 13). Gesù ci ha chiamati, Gesù ci ha resi amici, Gesù ci ha amati fino alla fine, ha dato la Sua vita per noi! Per questo, gli occhi della fede riescono a vedere la vita come la risposta a una chiamata: «Noi amiamo perché egli ci ha amati per primo» (1Gv 4, 19).

Il discepolo, il cristiano è colui che docilmente si lascia modellare da Dio. Come Giovanni Battista (Gv 3, 30), egli lascia agire Dio, gli fa spazio. La precarietà, la debolezza, la fragilità di cui facciamo continuamente esperienza non devono abbatterci e scoraggiarci; non devono costituire per noi un ostacolo insuperabile. Al contrario, sono occasioni per alzare lo sguardo verso il cielo, per rivolgerci a Dio!

«Rimanete nel mio amore» (Gv 15, 8), ci invita Gesù.
Si rimane in un luogo, in una relazione, dopo che vi siamo entrati. Gesù ci fa entrare nel Suo amore e, a chi desidera rimanere, indica la via: «Seguimi» (Gv 21, 19). [dGL]

mercoledì 9 maggio 2012

Luce

«Tu Signore, sei luce alla mia lampada;
il mio Dio rischiara le mie tenebre.
Con te mi lancerò contro le schiere,
con il mio Dio scavalcherò le mura» (Sal 17, 29-30).

Questa Parola sento oggi particolarmente significativa per la mia vita.
Me l’ha consegnata l’Ufficio delle letture, pregato camminando sulla riva del mare.

Abbiamo lampade che possono rischiarare la via, quando risplendono del Signore.

Quando siamo immersi nelle tenebre, non riusciamo a fare discernimento, a riconoscere ciò che ci circonda e forse ci lasciamo prendere dalla paura dell'ignoto, del futuro.

Così ci ricordiamo che qualcuno una volta ha parlato di Dio al nostro cuore e in quel momento s’è accesa in noi una piccola fiamma da proteggere e alimentare con legna scelta accuratamente: la Sua Parola, i Sacramenti, la preghiera, la testimonianza dei Santi!

Il buio, a poco a poco, s’è diradato ed è scomparsa la paura vedendo il sentiero.

È stato allora che siamo partiti seguendo il Signore.

Ora, lungo il cammino, troviamo salite, ostacoli, eserciti schierati a battaglia contro di noi, missioni impossibili,... ma, confidando nel Signore, sapendolo lì con noi, accettiamo di affrontare ogni cosa per amor suo e ci ritroviamo sempre, pieni di gioia, aldilà delle mura!  [dGL]

martedì 8 maggio 2012

Un amico

«Barnaba lo prese con sé, lo condusse dagli apostoli e raccontò loro come, durante il viaggio, aveva visto il Signore che gli aveva parlato e come in Damasco aveva predicato con coraggio nel nome di Gesù» (Atti 9, 27).

Mi commuove questo gesto amichevole di Barnaba nei confronti di Paolo.

Barnaba gli dà fiducia e lo prende con sé, garantisce per lui, lo accompagna testimoniando in suo favore.

Mi fa pensare al nostro essere riuniti nel nome del Signore; non sono tanto le belle parole o i discorsi ben costruiti a offrire al mondo la testimonianza credibile di ciò che siamo o diciamo di essere.

Occorre, invece, tendere la mano verso il prossimo, accoglierlo e concedergli di stare con noi sperimentando la fraternità: «Ecco com’è bello e com’è dolce che i fratelli vivano insieme!» (Sal 132, 1).

Una porta aperta, un saluto cordiale, un sorriso donato,… coinvolgono e scaldano ogni uomo, disponendolo all’incontro con il Signore! [dGL]

venerdì 4 maggio 2012

Qualche anno dopo

«Prega come Gesù, tanto quanto Gesù, dando come Lui sempre un grandissimo posto alla preghiera… Sempre come Lui, dai grande posto al lavoro manuale, che non è tempo sottratto alla preghiera, ma dato alla preghiera. Di’ fedelmente ogni giorno il Breviario e il Rosario. Ama Gesù con tutto il cuore e il tuo prossimo come te stesso per amore di Lui… La tua vita di Nazaret può essere condotta ovunque: conducila nel luogo più utile per il prossimo» (Charles de Focauld, Opere spirituali).

Queste parole di fratel Carlo si trovano all’inizio di un libro di meditazione usato in seminario. Rileggendole, ho ripensato ai primi anni trascorsi a Seveso, all’entusiasmo di quei giorni, alla ricerca di una radicale adesione al Vangelo, alla fraternità realmente vissuta con altri giovani che, come me, avevano intuito la chiamata del Signore.

Ritrovo qui alcuni temi che ritengo fondamentali per chi vuole incarnare il Vangelo.

Innanzitutto il riferimento continuo a Gesù.
È Lui la misura di tutte le cose che mi riguardano come cristiano; a Lui devo rivolgermi perché mi conceda la sapienza e la capacità di fare discernimento. In questo rapporto d’amicizia gioca un ruolo essenziale la preghiera. Una preghiera immersa nella vita ordinaria, nel quotidiano. Così anche il lavoro diventa un tempo che trascorre sotto lo sguardo benevolo del Signore.

«Ama Gesù con tutto il cuore e il tuo prossimo come te stesso per amore di Lui», dice fratel Carlo, facendo proprie le parole di Gesù. Il cristiano è un uomo che ama!

E si può amare Gesù e il prossimo ovunque.

Oggi mi colpiscono particolarmente queste parole: «La tua vita di Nazaret può essere condotta ovunque: conducila nel luogo più utile per il prossimo». Le interpreto come un invito a essere radicato soltanto in Gesù e nel Suo amore; senza fissarsi in dimore terrene.

Il discepolo segue il Maestro dovunque Egli voglia condurlo.

A otto anni di distanza da quei primi giorni, questo desidero e chiedo al Signore! [dGL]

mercoledì 2 maggio 2012

Come un agnellino

In questi giorni mi è capitato di fermarmi a pensare alla vita e alla vocazione di cristiano che ho ricevuto da Dio. Ripercorrendo la mia storia, mi sono accorto che il Signore mi ha chiesto e continua a chiedermi un’unica cosa: affidarmi continuamente a Lui.

A volte, soprattutto nei periodi di discernimento, rischio di lasciare molto spazio alla ragione, all’intelligenza per valutare bene tutti i pro e i contro di certe scelte; mi faccio quasi prendere dall’idea che tutto può essere previsto e calcolato, che la scelta dipende soltanto da me e, magari, dai superiori.

Ma tutta la nostra vita è nelle mani di Dio: l’oggi è nelle Sue mani, ma anche la giornata di ieri e quella di domani. Basterebbe ricordarsene nel quotidiano per ritrovare pace ed evitare estenuanti resistenze.

Domenica, partecipando alla prima messa di un sacerdote, sono rimasto colpito da un segno: gli è stato regalato un agnellino.

Lo hanno portato all’altare dentro una cesta.

Subito ha attirato su di sé il mio sguardo incuriosito…
Subito il pensiero è andato all’Agnello di Dio…
Subito il mio cuore è stato toccato e rasserenato dalla sua mitezza, dalla sua docilità, dal suo silenzio: adagiato nella cesta, si lasciava condurre legato senza belare e senza ribellarsi.

Sia così, Signore, la vita di ogni uomo, un docile affidarsi a Te, nostro Padre! [dGL]